Fisico, matematico e filosofo inglese. Entrato nel 1661 al Trinity College di
Cambridge, fu allievo del matematico J. Barrow; si dedicò in particolare
alle scienze matematiche e fisiche. Conseguito il baccalaureato, a causa di
un'epidemia di peste si rifugiò a Woolsthorpe, dove rimase dal 1665 al
1667: furono anni estremamente creativi, che videro il costituirsi del nucleo
principale delle teorie e delle ricerche newtoniane. Risale, infatti, a questo
periodo l'approfondimento del problema della gravitazione universale (a cui si
riferisce il noto aneddoto della mela caduta da un albero), questione già
affrontata da Keplero e in quell'epoca riproposta da altri studiosi.
Contemporaneamente
N. si dedicò ad altre ricerche: ideò il
calcolo infinitesimale (chiamato da lui metodo delle flussioni), che
fornì per la prima volta la possibilità di esprimere il rapporto
esistente fra l'incremento infinitamente piccolo di una curva e il suo mutamento
di direzione. Tale scoperta fu all'origine di lunghe ed aspre polemiche con
Leibniz, giunto anch'egli negli stessi anni all'ideazione dello stesso metodo di
calcolo: la questione della priorità dell'invenzione divise a lungo i
matematici inglesi da quelli tedeschi. Le ricerche sperimentali di ottica
avevano, intanto, condotto
N. ad importanti scoperte anche in questo
campo: in particolare, egli enunciò la teoria secondo la quale la luce
bianca non è che la mescolanza di raggi colorati, che sperimentalmente si
possono separare facendo passare un raggio di luce bianca attraverso un prisma
triangolare di vetro (i raggi colorati si separano perché hanno diversi
angoli di rifrazione). Chiamato nel 1669 ad occupare la cattedra lasciata da J.
Barrow, che l'aveva indicato come proprio successore, negli anni seguenti
partecipò attivamente alla vita pubblica come rappresentante
dell'università di Cambridge al Parlamento e come socio della Royal
Society (di cui avrebbe assunto la presidenza nel 1703). La pubblicazione delle
sue ricerche nel campo ottico (
A New Theory about Light and Colours), la
rivelazione della costruzione del primo telescopio a riflessione, le lezioni
tenute nei primi anni d'insegnamento (pubblicate molto più tardi, nel
1727, con il titolo di
Lectiones opticae) sollevarono nuove polemiche
nell'ambito della stessa Royal Society. Nel frattempo, dedicatosi agli studi
astronomici, soprattutto su richiesta di E. Halley,
N. pubblicò
nel 1687 l'opera
Philosophiae naturalis principia matematica, nella quale
gettò le basi della meccanica, esponendo la nuova scienza della natura in
forma assiomatica. Definiti i concetti fondamentali (massa, forza, spazio e
tempo assoluti), l'opera illustra i tre principi della dinamica, sui quali si
regge l'intero complesso della nuova scienza meccanica. Da tali leggi
N.
arrivò a dedurre la legge di gravitazione universale, che era in grado di
spiegare le leggi di Keplero, le maree, i moti dei pianeti, ecc. Secondo questa
legge, tutti i corpi presenti nello spazio si attraggono con una forza che si
può precisamente determinare, essendo proporzionale al prodotto delle
loro masse e inversamente proporzionale al quadrato delle distanze. La
novità del metodo newtoniano fu subito evidente: egli traeva fondamentali
leggi astronomiche e terrestri deducendole da pochi assiomi, procedendo secondo
un rigido metodo geometrico-matematico. In tal modo, egli si limitava ad offrire
una formula esatta (per esempio, quella che regola la forza di gravitazione),
ricavandone matematicamente tutte le conseguenze: non trovavano più posto
le vecchie speculazioni e congetture teoriche, che avevano riposto la
spiegazione dei fenomeni in una ipotetica causa (non chiaramente verificabile),
secondo una concezione metafisica della materia. In preda ad una depressione
nervosa, nel 1692 si ritirò dall'insegnamento per due anni; lasciata
definitivamente Cambridge nel 1695, passò a Londra dove divenne ispettore
e poi direttore della Zecca. Abbandonato l'insegnamento nel 1703, fu nominato
baronetto (
sir) dalla regina Anna. Nel 1704 fu data alle stampe l'ultima
importante opera di
N.,
Optics: or a Treatise on the Reflections,
Refractions, Inflexions of Colours of Light, che presenta i principali
esperimenti ottici condotti in decine di anni. Vi è contenuta, fra
l'altro, anche la teoria corpuscolare, secondo la quale la luce è dovuta
all'emissione di particelle; la parte finale affronta numerosi argomenti
controversi. Problemi religiosi occuparono gli ultimi anni di vita di
N.,
per il quale fu fondamentale il tentativo di conciliazione fra la propria fede
cristiana e la nuova scienza. Le teorie newtoniane si fondano su una concezione
meccanicistica dell'universo, nel quale i fenomeni si svolgono secondo leggi
rigorose, perfettamente esprimibili in termini matematici. È proprio tale
preciso ordine del mondo a dimostrare l'esistenza di una causa prima, di Dio, il
quale percepisce l'universo in uno spazio e in un tempo assoluti, immobili. Il
complesso delle teorie newtoniane, quindi, presenta una sorta di contraddizione,
nel sovrapporre ai dati empirici e alle formule rigidamente dedotte
matematicamente una concezione dello spazio e del tempo che si costituisce come
legge universale, ancorata ad una visione ancora per buona parte metafisica
(Woolsthorpe, Linconshire 1642 - Kensington, Londra 1727).
La legge di Newton sulla gravitazione universale
║
Disco di N.: disco usato per lo studio della ricomposizione della luce bianca,
costituito da diverse parti, ognuna delle quali colorata con uno dei colori che
compongono la luce bianca. Se sottoposto ad un rapido movimento rotatorio, esso
viene percepito come bianco a causa della sovrapposizione dei diversi colori.
║
Formula del binomio di N.: dà lo sviluppo di un binomio
del tipo (a+b)
n, dove
n è un numero intero. ║
Metodo di N.-Fourier o
metodo delle tangenti: procedimento
iterativo che permette di ottenere una soluzione approssimata di un'equazione
algebrica. ║
Parabole cubiche di N.: i cinque tipi di curve del
terzo ordine, secondo la classificazione di
N. ║
Tubo di N.:
tubo all'interno del quale viene fatto il vuoto, usato per esperimenti sulla
caduta dei gravi nel vuoto. Sperimentalmente si verifica l'indipendenza del
tempo di caduta dalla massa e dalla forma del corpo.